COSA FARE NELL'IMMEDIATEZZA DI UN ATTACCO DI PANICO
- Daniele Russo

- Oct 25
- 4 min read

Un attacco di panico è un’improvvisa attivazione del sistema nervoso autonomo, ovvero. del meccanismo fisiologico che regola la risposta “lotta o fuga” in situazioni di pericolo. In pochi secondi il corpo accelera, il respiro si blocca, la mente perde il suo orientamento. Si ha la sensazione di morire, di impazzire o di perdere il controllo.
Inutile prendersi in giro: è una delle esperienze più angoscianti che un essere umano possa vivere. Solo chi l’ha provata davvero può comprendere fino in fondo di cosa si tratta.
Tuttavia — e questo è il punto essenziale — in realtà nessuna di queste cose accade:il cuore non collassa, il cervello non si spegne, la persona non impazzisce. Il panico non è pericoloso, ma è terribilmente spaventoso. Un episodio acuto dura solitamente dai 5 ai 15 minuti, anche se la percezione soggettiva è quella di un tempo molto più lungo. Al termine, subentra spesso spossatezza, tremore e incredulità, che possono durare alcune ore.
Sapere cosa fare nei primi istanti è fondamentale per ridurre l’intensità e impedire che la paura dell’attacco ne provochi un altro.
1️⃣ Riconosci il fenomeno, non combatterlo
Il primo errore è cercare di bloccare la crisi.Ogni tentativo di resistenza amplifica la risposta neurofisiologica: il corpo interpreta la lotta come un ulteriore segnale di pericolo e produce ancora più adrenalina.
La prima mossa è riconoscere con lucidità ciò che sta accadendo:
“Questo è un attacco di panico. È un picco momentaneo. Passerà da solo.”
Restare dove ci si trova e iniziare a calmare se stessi significa iniziare a riprendere il controllo. Non è rassegnazione, ma accettazione attiva: consentire alla scarica di esaurirsi fisiologicamente, mentre il sistema nervoso rientra gradualmente in equilibrio.
2️⃣ Rallenta il ritmo, non il respiro
Durante la crisi, il respiro si fa rapido e superficiale. Non è mancanza d’aria, ma iperventilazione, che altera l’equilibrio dei gas nel sangue e intensifica i sintomi.
Non serve inspirare di più: serve espirare più lentamente.
Esegui così:
Inspira in modo naturale, senza sforzo.
Espira con calma, contando fino a sei.
Tra un respiro e l’altro, attendi un secondo in silenzio.
Questo ritmo comunica al cervello che l’allarme è terminato, riducendo gradualmente tachicardia, tremori e vertigini.
3️⃣ Riporta il corpo nel presente
Il panico provoca spesso una sensazione di irrealtà, come se tutto fosse distante o finto. È un fenomeno transitorio, noto come derealizzazione o depersonalizzazione.
Per contrastarlo, occorre riattivare la percezione corporea:
tocca un oggetto freddo o ruvido;
guarda intorno e descrivi mentalmente cinque dettagli concreti;
muovi lentamente le dita dei piedi o le mani.
Ogni gesto fisico riattiva la corteccia prefrontale, restituendo la percezione del qui e ora.
4️⃣ Se sei già in trattamento, contatta il tuo professionista
Se sei seguito da uno psicologo o da uno psichiatra, è opportuno contattarlo per riferire l’episodio e valutare insieme come intervenire. La reperibilità telefonica non è un obbligo previsto per i professionisti, ma avere a cuore la salute dei pazienti significa anche garantire — nei limiti umani e organizzativi — un canale di contatto reale.
Chi scrive fornisce reperibilità telefonica diretta ai propri pazienti affetti da disturbi d’ansia e da attacco di panico, anche in orari serali, perché la tempestività in questi casi può davvero fare la differenza .E, lasciatemelo dire: se lo faccio io, possono farlo anche i colleghi. Altrimenti, perché mai avete scelto di fare questo lavoro?
5️⃣ Se non sei seguito, puoi contattare il medico di base
Il medico di medicina generale può essere un primo riferimento utile: conosce la tua storia clinica e, in linea teorica, dovrebbe poter rispondere anche in situazioni di urgenza. Un suo riscontro può aiutare a escludere altre cause e a orientarti verso un intervento psicologico o specialistico mirato.
6️⃣ Se l’attacco non si risolve, recati al Pronto Soccorso
Nella maggior parte dei casi, un attacco di panico si autolimita in pochi minuti e non richiede cure ospedaliere.
Tuttavia, se i sintomi persistono oltre mezz’ora, o se compaiono dolori toracici, difficoltà respiratorie o perdita di coscienza, è opportuno recarsi al Pronto Soccorso per una valutazione medica immediata. Nessuno specialista, in quel momento, può sostituirsi a una valutazione sanitaria diretta.
7️⃣ Dopo l’attacco: il passo decisivo
Il corpo si stabilizza, ma la mente resta spesso intrappolata nella paura che la crisi possa ripetersi.È questo timore — non l’attacco in sé — a trasformare l’episodio in un disturbo da panico vero e proprio.
Una valutazione clinica mirata consente di capire dove il sistema si è bloccato e di agire con tecniche specifiche per interrompere la spirale ansiosa. Nel mio metodo di lavoro, la priorità è ridurre subito frequenza e intensità delle crisi, restituendo al paziente la capacità di prevedere, contenere e superare gli episodi. Ma questo è solo l’inizio, non la fine. L’obiettivo reale è ripristinare la serenità psicologica e fisiologica del paziente a 360 gradi.
Se non sei seguito da alcun professionista
Non amo invitare nessuno a fissare un appuntamento, perché rispetto la libertà di ciascuno di scegliere il professionista che ritiene più adatto. Tuttavia, nel caso dei disturbi d’ansia e da attacco di panico, se non sei seguito da alcun terapeuta — oppure se, pur essendo in cura, la situazione non sta migliorando — e se lo ritieni cosa gradita, puoi contattarmi liberamente.
Da oltre vent’anni mi occupo di disturbi d’ansia e da attacco di panico; gran parte del mio lavoro è documentato e consultabile online, per offrire a chi cerca aiuto un punto di riferimento serio, chiaro e verificabile.
📞 Dr. Daniele Russo Psicologo – Disturbi d’Ansia e da Attacco di Panico📍 Palermo, Largo Montalto, 5📲 349 81 82 809
Avvertenza:
Il presente articolo ha finalità informativa e divulgativa.Non sostituisce in alcun modo la valutazione clinica, la diagnosi o la terapia psicologica individuale. In presenza di sintomi persistenti o ricorrenti, è sempre opportuno rivolgersi a un professionista qualificato o al proprio medico curante.
L’autore mette a disposizione un contatto informativo diretto per chi desidera comprendere meglio la propria condizione o ricevere indicazioni sul metodo clinico applicato nei casi di ansia e panico.Ogni intervento, tuttavia, deve essere personalizzato, strutturato e condotto in sede clinica, all’interno di un percorso definito.





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