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dott. Daniele Russo
Psicologo Clinico & Forense Psicoterapeuta emdr
PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA PALERMO
La mia metodologia: psicologia clinica autentica, una corda da afferrare, non una gabbia che intrappola.
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Da oltre vent’anni offro alle persone un luogo sicuro, competente e profondamente umano in cui potersi ascoltare, ritrovare, guarire.
La prima volta che aprii la porta del mio studio a una paziente, ero giovane, emozionato, con il cuore che batteva forte e l’illusione di potermi rifugiare nei manuali.
Nei giorni precedenti avevo ripassato tutto — ogni riga, ogni schema, ogni protocollo sul primo colloquio — come se la teoria potesse salvarmi dall’impossibilità di prevedere e controllare l’incontro umano.
Si chiamava Yole. Aveva 25 anni.
Si sedette. Le chiesi semplicemente: “Come mai siamo qui oggi?”
E lei, senza dire una parola, scoppiò a piangere.
In quell’attimo, nella mia mente i libri svanirono e l e certezze acquisite si frantumarono.
Cercavo nella mente un riferimento, un appiglio, una linea guida — “Cosa fare quando la paziente scoppia a piangere e non riesce a parlare?” — ma non c’era niente. Nessun manuale poteva salvarmi.
Fu allora che compresi: dovevo agire.
Dovevo attuare un’azione clinica.
Sono profondamente grato a Yole.
Lei non lo sapeva che era la mia prima paziente e che ero inesperto, insicuro, fragile. 
Lei si è affidata a me e ha condiviso con me la sua disperazione.
Grazie a lei ho capito che in questo lavoro non si tratta di applicare un protocollo, ma di sentire e agire. 
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Lo psicologo è proprio come un chirurgo che ha davanti a sé bisturi di ogni forma e misura, ma resta la sua mano a fare la differenza. Perché puoi possedere mille bisturi, tutti perfettamente affilati. Ma se la mano trema, se manca il tocco, il talento, il coraggio di affondare e poi ricucire, quegli strumenti restano freddi e inutili
Nel mio campo, esistono teorie raffinate, modelli impeccabili, protocolli lucenti. Ma sono solo cornici vuote da appendere al muro se chi le applica non sa essere prima ancora di fare. Il gesto terapeutico è un atto umano, non meccanico. Un incontro vivo tra due coscienze, non l’applicazione sterile di un algoritmo.
 

Nel mio lavoro non mi limito a contenere un sintomo, ma accompagno la persona nella riscoperta autentica di sé, della propria forza interiore, della possibilità reale di tornare a vivere con dignità, consapevolezza e libertà secondo i suoi desideri. Ho sempre ritenuto che la patologia/situazione.problema crea una rottura nel reale percorso di vita del/della paziente è compito prioritario è proprio quello di ridare alla persona/minore/coppia il suo vero cammino di vita.
​Credo in una psicologia che cura davvero: che non etichetta, non riduce, non standardizza, ma accoglie la complessità con rispetto e precisione. Una psicologia che trasforma il dolore in comprensione, la paura in direzione, la fragilità in fondamento di rinascita.
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​Come accadde L. una giovane donna che si rivolse a me, quando aveva solo 23 anni. Studentessa brillante di matematica, eppure paralizzata da attacchi di panico che le toglievano il respiro e ogni progetto di vita.
Aveva smesso di uscire, di viaggiare, di immaginarsi altrove.
Il solo pensiero di un trasferimento fuori dalla sua città era fonte di terrore, un'idea impensabile.
Il nostro percorso fu intenso, profondo, a tratti faticoso. Ma ce l'abbiamo fatta!!
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Molti anni dopo, in un giorno qualsiasi, ricevetti un messaggio da lei.
Temevo fosse un'emergenza, una recidiva.
Invece, un’immagine silenziosa che diceva tutto:
"ho ripreso in mano la mia vita."​​
Quella foto, quel cielo, quella nuova città erano la prova che il cambiamento non è un'illusione. È un cammino possibile.
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Grazie a Lei e a tutti i miei pazienti che mi hanno dato l'onore di prendermi carico da specialista della cosa più preziosa che possediamo, ovvero, la salute mentale.
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Dopo oltre vent’anni di esperienza clinica, anche in casi che molti consideravano “impossibili”, posso permettermi di raccontare — con lucidità e responsabilità — la mia metodologia di lavoro.
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​​Questa è la mia etica, questa è la mia metodologia: attuare sin dal primo colloquio clinico le prime procedure interpretative/indicazioni cliniche/comunicazioni per iniziare a dare forma alla situazione che sta creando sofferenza, per affrontare i sintomi più urgenti e per costituire pensieri utili e condivisi e/o possibili azioni che il soggetto deve attuare per produrre sollievo dal disagio psicologico.
Ed è così che, da oltre vent’anni, aiuto le persone a risalire e a tornare a vivere. E ci riesco. 
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​​​Se senti che è arrivato il momento di prenderti cura di te e stai cercando lo psicologo giusto - te lo dico senza arroganza o presunzione - lo hai trovato.
Sono pronto ad accoglierti con serietà, delicatezza e con una visione clinica solida, profonda, maturata in anni di esperienza sul campo.
Sei nel posto giusto. 
Qui troverai ascolto autentico, direzione chiara e un percorso costruito con rigore metodologico
pensato solo per te, per ciò che sei e per ciò che stai attraversando.
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Non aspettare oltre, sei chiamato a vivere e a stare bene.
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Chiama il 3498182809 per fissare il tuo appuntamento
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NOTA TECNICA DI PSICOLOGIA CLINICA E PSICOTERAPIA PSICODINAMICA COGNITIVO COMPORTAMENTALE EMDR MINDFULNESS PSICOTERAPEUTA PALERMO PSICOLOGO PALERMO
I miei interventi clinici perfettamente allineati alla metodologia di settore in tema di 'Interventi di prima linea' (APA Presidential Task Force on Evidence-Based Practice (2006) Evidence-Based Practice in Psychology, Clinical Practice Guideline for the Treatment of PTSD (2013); Guidelines for Psychological Practice in Health Care Delivery Systems (2007); Psychological First Aid Model (2020); Guidance for Psychological Practice with Clients Affected by Disasters; APA Committee on Professional Practice and Standards (2014); Guidelines on Trauma Competencies for Education and Training; National Institute for Health and Care Excellence; Clinical Guideline NG116: Post-traumatic Stress Disorder (PTSD); World Health Organization, War Trauma Foundation, World Vision (2011) – Psychological First Aid: Guide for Fieldworkers; Inter-Agency Standing Committee (IASC) (2007) – Guidelines on Mental Health and Psychosocial Support in Emergency Settings; Sphere Project (2011) – Sphere Handbook: Humanitarian Charter and Minimum Standards in Disaster Response; International Committee of the Red Cross (ICRC) (2020) – Guidelines on Mental Health and Psychosocial Support in Armed Conflict; Bisson, J.I. et al. (2009) – Systematic Review of Psychological; Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi (CNOP) (2020), Linee di indirizzo per l’intervento psicologico;), si rivolgono ad adulti, a genitori di bambini e adolescenti, e a coppie che cercano un sostegno qualificato, all’interno di un ambiente riservato, accogliente e costruito su misura per garantire ascolto, discrezione e professionalità.​
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🧠Metodo Russo – Intervento a Densità Psichica Alta
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1. Definizione
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Il Metodo Russo nasce da un approccio clinico fondato sull’ascolto fenomenologico e sull’elaborazione immediata dei nuclei traumatici e simbolici della mente. È un modello di intervento a densità psichica alta, in cui la trasformazione non procede per gradualità temporale, ma per intensità esperienziale. Il tempo clinico si comprime perché l’incontro terapeutico agisce come una risonanza archetipica: la mente del paziente viene portata a riconoscere, nel qui e ora della relazione, il proprio nodo originario.
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2. Principi fondamentali
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- Presenza clinica radicale – lo psicologo non osserva dall’esterno, ma entra nel campo psichico del paziente con attenzione piena e regolazione emotiva.
- Verticalità del processo – l’intervento non segue la logica manualistica (fase 1, 2, 3…), ma quella verticale del contatto: quando la verità emerge, la trasformazione avviene.
- Densità simbolica e narrativa – ogni parola, gesto o silenzio viene utilizzato come elemento simbolico di riscrittura del trauma.
- Riduzione del tempo tecnico – la velocità del cambiamento non è una scorciatoia, ma il risultato di una maggiore precisione diagnostica e capacità di contenimento.
- Consolidamento differito – dopo l’elaborazione rapida, il paziente attraversa una fase di assimilazione lenta, necessaria per stabilizzare l’insight raggiunto.
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3. Struttura operativa
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Il Metodo Russo prevede tre movimenti principali, non rigidamente separati ma interconnessi:
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Attivazione – costruzione immediata dell’alleanza, centratura e identificazione del punto nucleare.
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Rivelazione – emergere della verità psichica e simbolica, attraverso il linguaggio, l’immagine o il corpo.
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Integrazione – consolidamento graduale dell’esperienza trasformativa nella vita quotidiana e relazionale.
 
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4. Obiettivi
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Ottenere una ricomposizione rapida ma profonda del Sé frammentato.
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Restituire al paziente la capacità di sentire e pensare simultaneamente.
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Trasformare il sintomo in linguaggio e il trauma in significato.
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Portare il paziente a una forma di autonomia psichica reale, non dipendente dal percorso terapeutico.
 
5. Differenze rispetto ai modelli tradizionali
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Modelli tradizionali Metodo Russo
Intervento graduale per fasi temporali Intervento intensivo per risonanza psichica
Focus sintomatologico Focus simbolico e strutturale
Processo lineare Processo verticale e immediato
Lentezza come prudenza Velocità come precisione e contatto reale
Dipendenza dal setting Libertà interna del paziente come obiettivo finale
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6. Campo di applicazione
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Il modello è particolarmente efficace in:
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disturbi dissociativi e ansiosi,
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disturbi post-traumatici complessi,
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blocchi identitari e sintomi psicosomatici,
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situazioni cliniche in cui il paziente ha già “parlato molto ma integrato poco”.
 
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7. Visione teorica
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Il Metodo Russo si fonda sull’idea che la mente non guarisce con il tempo, ma con la presenza consapevole.
Ogni seduta, se condotta con verità e rigore clinico, può contenere l’intero arco del processo terapeutico: trauma, parola, risignificazione. In questo senso, la clinica diventa atto trasformativo, non addestramento comportamentale né decodifica sintomatica.