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Ansia, panico e disturbi gastrici: facciamo chiarezza ✨

  • Writer: Daniele Russo
    Daniele Russo
  • Jul 16
  • 4 min read

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1. L’intreccio mente‑viscere

L’ansia non è soltanto una tensione mentale. Non è un pensiero e nemmeno un’emozione pura. È esperienza viva, carnale, spesso indigesta. Si annida nel torace, ma anche nella pancia. Crampi, nausea, gonfiore, senso di peso epigastrico, bisogno impellente di andare in bagno: sono solo alcune delle manifestazioni somatiche più comuni che accompagnano uno stato ansioso.

Ciò accade perché il nostro intestino non è un semplice organo deputato alla digestione: è un laboratorio neurochimico dotato di un proprio sistema nervoso, noto come sistema nervoso enterico, che contiene oltre 500 milioni di neuroni. Viene definito il nostro “secondo cervello”, ma questa definizione è riduttiva: si tratta piuttosto di un’estensione del primo, una centrale emotiva che comunica ininterrottamente con l’encefalo attraverso il nervo vago, modulando umore, comportamenti alimentari e risposte emotive.


📌 Caso clinico (paziente da me seguito): Marta, 36 anni, dirigente d’azienda, giunge in terapia per episodi di panico. Ogni crisi comincia con uno spasmo allo stomaco e un'urgenza di evacuare. Dopo indagini gastroenterologiche negative, emerge una storia di stress lavorativo cronico, lutti irrisolti e un passato di attacchi di panico mai trattati. Il lavoro clinico, integrato con tecniche di respirazione vagale, ha progressivamente ridotto i sintomi sia psichici che gastrici.


2. Ansia e gastrite nervosa

In condizioni di stress acuto o ansia persistente, il corpo attiva il sistema nervoso simpatico. Questo induce la produzione di cortisolo, adrenalina e acido cloridrico, preparando l’organismo a reagire al “pericolo”. Ma se il pericolo è interno — una preoccupazione, una paura, un pensiero catastrofico — la risposta resta sospesa, e il corpo continua a produrre acido gastrico in eccesso. Il risultato? Un’infiammazione della mucosa gastrica, spesso definita “gastrite nervosa”.

Chi soffre di gastrite ansiosa descrive un fuoco che sale dallo stomaco, fitte che si irradiano al petto e sensazioni simili a quelle di un infarto. Spesso questi pazienti si rivolgono inizialmente al pronto soccorso, convinti di avere problemi cardiaci.


📌 Caso clinico (mio paziente): Salvo, 29 anni, tecnico informatico, soffriva da anni di acidità gastrica. Dopo l’ennesima gastroscopia negativa, decide di affrontare le crisi attraverso un percorso psicologico. L’anamnesi rivela un padre autoritario, attacchi di panico notturni e repressione cronica dell’aggressività. Lavorando sul riconoscimento delle emozioni e sulla ristrutturazione cognitiva, i sintomi gastrici si attenuano fino a scomparire.


3. Sintomi comuni e diagnosi differenziale

Il problema centrale è che i sintomi gastrointestinali da ansia imitano perfettamente quelli di disturbi organici: dolore epigastrico, senso di pienezza precoce, nausea, diarrea o stipsi, flatulenza, spasmi. Tra le diagnosi mediche più frequenti troviamo:

  • Dispepsia funzionale

  • Reflusso gastroesofageo (GERD)

  • Sindrome dell’intestino irritabile (IBS)

Tutti questi disturbi vengono definiti “funzionali”, ovvero non determinati da una lesione organica visibile, ma da alterazioni del funzionamento neurovegetativo e della motilità intestinale. Non a caso, numerosi studi indicano che oltre il 60% dei pazienti con disturbi gastrointestinali funzionali presenta sintomi d’ansia o depressione.


📌 Caso clinico (mia paziente): Alessia, 42 anni, infermiera, è convinta di avere una malattia autoimmune intestinale. Dopo vari esami inconcludenti, inizia una psicoterapia orientata all’ascolto del corpo e all’elaborazione del lutto per una sorella deceduta per cancro. I suoi episodi di diarrea e vomito, prima resistenti a ogni terapia farmacologica, cessano dopo quattro mesi di trattamento integrato.


4. Relazione bidirezionale e qualità della vita

Uno degli errori più comuni è pensare che l’ansia causi i disturbi gastrici, punto. In realtà, la relazione è bidirezionale: l’ansia altera la funzione gastrointestinale, ma anche il malessere viscerale — come uno stomaco costantemente contratto o un intestino irritabile — può generare uno stato di ipervigilanza, insicurezza e angoscia.

È un circolo vizioso. Il disagio diventa doppio: fisico e mentale. E la qualità della vita precipita. Molti pazienti evitano di uscire per paura di avere un attacco in pubblico o non avere un bagno disponibile. Si ritirano socialmente, sviluppano fobie specifiche o agorafobia.


📌 Caso clinico (mio paziente): Riccardo, 24 anni, studente universitario, ha smesso di frequentare lezioni per paura di dover correre in bagno. Dopo 18 mesi di isolamento, si è rivolto a me per un intervento terapeutico. Con un lavoro integrato (psicoterapia cognitivo-comportamentale, desensibilizzazione progressiva e supporto psichiatrico leggero), Riccardo torna in aula. Il corpo segue la mente, e viceversa.


5. Fattori mediatori: il microbiota e il sonno

Sempre più ricerche suggeriscono che il microbiota intestinale — cioè l’insieme dei microrganismi che abitano il nostro tratto digerente — influenzi l’umore, l’ansia e persino le funzioni cognitive. Un’alterazione della flora batterica (disbiosi) può contribuire all’insorgenza di stati ansiosi, mentre l’ansia stessa può modificare il microbiota. È una danza sottile, invisibile, ma potentissima.

Altro mediatore fondamentale è il sonno. L’insonnia accentua la vulnerabilità emotiva e lo squilibrio digestivo. Dormire poco o male aggrava l’irritabilità intestinale, riduce le difese immunitarie della mucosa e altera la produzione di serotonina, di cui l’80% viene prodotto... nell’intestino.


📌 Nota clinica (da pazienti che ho seguito): In molti dei miei pazienti, la combinazione di probiotici mirati, tecniche di igiene del sonno e esercizio fisico dolce ha dimostrato un netto miglioramento dell’ansia e della sintomatologia digestiva.




 
 
 

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dott. Daniele Russo, Psicologo Clinico regolarmente iscritto

all’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana (n. 3685 sez. A - 07.06.2006)

assicurato con polizza RC professionale AUPI (n. 2020/03/2425586)

Tipo soggetto: Ditta Individuale

Tipo attività: 869030 – Attività svolta da Psicologi

Indirizzo: Largo Montalto, 5, Palermo (PA)

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