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QUELLA MALEDETTA MELA

Non è un frutto, è una colpa

Non è un manuale scientifico, non è una cartella clinica,​ non è un'opinione:

​​

è quello che accade quando parlare  diventa colpa e tacere è l'unica possibilità di salvezza. 

I GENERI DI “QUELLA MALEDETTA MELA”

L’autore ama attraversare i generi come si attraversano i corpi e le storie: con desiderio, precisione, coraggio.


In questo romanzo, ogni genere letterario viene chiamato in causa, ma mai servito con docilità.

Viene trasformato da dato grezzo a dato oggettivo.


Come ogni clinico che lavora con la psiche umana, anche lo scrittore sa che la verità non sta nei confini, ma nei varchi.


Per questo il libro è una creatura multipla. Ispirata ai grandi maestri del linguaggio e dell’ombra: Euripide, Lars von Trier, Marguerite Duras, R.W. Fassbinder, Sharon Olds, Antonia Pozzi, Louise Glück, Freud, Artaud, Carmen Maria Machado, Elfriede Jelinek, Pier Paolo Pasolini.

🎭 Tragedia moderna

Come nelle tragedie greche, ogni personaggio è mosso da forze interiori che sfuggono al controllo. La colpa, il destino, la madre, il trauma: la scena non salva, svela l'umanità condannata per l'eternità a portare nel cuore il peso di una mela troppo desiderata. 

🧠 Romanzo psicologico-clinico

Ogni gesto, ogni frase, ogni silenzio è carico di significati nascosti. I personaggi sono radiografie viventi dell’inconscio.

L'autore, abile clinico, in ogni azione e parola dei personaggi mette in scena il bambino interiore di ciascuno di noi.
Non quello docile, ma quello che Freud chiamava «il perverso polimorfo»,
quello che Melanie Klein vede piangere per la perdita del seno buono,
quello che Bowlby sapeva capace di morire senza un attaccamento sicuro.
Quel bambino — ucciso, negato, silenziato — torna qui, nei corpi, nei miti, nei sintomi.

Lacan diceva che “il desiderio dell’uomo è il desiderio dell’Altro”: in questo libro, quel desiderio grida, disegna mele,
e a volte si sporca di sangue.
Perché non c’è diagnosi che possa arginare il dolore originario di non essere stati visti.

Un romanzo che È  un atto clinico, una discesa nell’inconscio collettivo, dove il lettore non è spettatore ma testimone.

🗝️ Thriller

Il mistero si annida non nei delitti, ma nei legami. Chi manipola chi? Chi mente? Chi è la vera vittima? Un thriller dei sentimenti, senza poliziotti, ma con troppi colpevoli.

🩸 Horror

L'orribile non è dato solo dai mostri. Ma dai padri, dalle madri, dai terapeuti, dai benpensanti degli attici in centro, dai compagni di scuole radical-chic. 
L’orrore è umano. E porta la maschera della normalità.

🔥 Erotismo disturbante

 Non ci sono scene di sesso gratuite: c’è la verità disturbante dell’erotismo come linguaggio del trauma, del potere, della sottomissione, della menzogna. 

Si consiglia la lettura a un pubblico consapevole maggiore di 18 anni. 

😔 Dramma esistenziale

Ogni personaggio porta il peso di essere nato. Il libro non consola, ma guarda in faccia la disperazione senza scappare.

🧪 Allegoria clinica

Ogni scena può essere letta come un sogno, un transfert, una seduta. Il romanzo si dispiega come un dispositivo clinico, un teatro terapeutico dove si sa tutto già all'inizio ma si teme quello che può accadere dopo. Tutto accade e si interpreta.

📚 Saggio narrativo

Non è solo finzione ma riflessione sociale. E' un opera che pensa mentre si racconta, perchè, i personaggi sollevano tesi antiche, conflitti mai risolti, pongono domande  che non hanno ancora trovato risposta nella storia umana, 

🩻 Critica sociale

Non c’è denuncia ideologica. C’è una messa in scena spietata di ciò che la società rifiuta di vedere: la falsità e la menzogna ovunque.

🌫️ Realismo simbolico

 

I luoghi esistono, i fatti sembrano reali, ma tutto è attraversato dal simbolo, dall’eco archetipico che trasforma la cronaca in mito

​​

Una tragedia  moderna feroce e intima senza filtri

dove i casi clinici reali dell'autore confluiscono in tutti i personaggi del romanzo diventando

teatro dell'inconscio che si svela. 

Questa tragedia non si legge

si attraversa

come ferite che non si chiudono mai

come incubi che oscurano

il fantastico mondo della Psicologia

Questo non è un romanzo per tutti.
Così come il lavoro che svolge l'autore non è per tutti.

Chi cerca carezze narrative, spiegazioni semplici,
o finali che salvano tutti —
farebbe meglio a non aprirlo.

Questo libro è per chi ha il coraggio di restare.
Di guardare dove fa male, di non fuggire quando la verità si mostra nuda, senza trucco né difese.

Esattamente per come accade per chi si rivolge a uno psicologo e vuole raccontarsi con coraggio senza più menzogne. 

Come nello studio di un clinico onesto, questo romanzo non offre soluzioni da manuale né consolazioni a buon prezzo da app.


Non c'è una via d'uscita facile, non c'è una cura che funzioni per tutti.

 

Il romanzo offre specchi.
E a volte schegge taglienti al posto del vetro.

E se avrai il coraggio di guardarti davvero, fino in fondo, scoprirai che non si esce indenni dalla verità.
 

Ma che è proprio lì che qualcosa inizia a guarire.

Prossimamente

OVUNQUE

Lì, dove c'è bisogno di 

VERITA'

In principio Eva aprì gli occhi 
ma il mondo spense la luce

" Chi ti mente non ti salverà e che l’unica vera resurrezione è il potere.

D’altronde gli dèi dell’Olimpo altro non erano che uomini e donne che avevano imparato a non sanguinare più.

 

E non è possibile credere che gli dèi siano morti soltanto perché nessuno li prega più.

Gli dèi non muoiono: si ritirano e aspettano il momento nel quale possono entrare nei corpi stanchi degli amanti delusi, nei sogni dei bambini abbandonati.

Nessuno li nomina, ma tutti li cercano.

Sono lì, nelle pieghe segrete del desiderio umano, dove il sacro sopravvive al silenzio.

Gli dèi non hanno bisogno di templi.

Gli basta un ricordo, un orgasmo, una bugia ben raccontata.

E quando nessuno guarda, tornano.

Sempre.

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