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Una bambina di otto anni, sensibile e percettiva, smette di parlare dopo un trauma misterioso e inizia a disegnare ossessivamente mele.
«Arte, bellezza… Lilith»
(Frase scritta da Nina su un foglio nella sua stanza)

Nina Lantieri

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Quando il silenzio non è assenza, ma memoria del terrore

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Nina non esiste, eppure è reale.

È la protagonista che attraversa l’intera opera “Quella Maledetta Mela”, comparendo in tre età della vita:

bambina nel cuore della tragedia principale, adolescente fragile e segnata nel Racconto 0 – Il Referto e infine giovane donna nel Racconto 1 – La torta di mele.

 

Nina è ispirata, in primo luogo, da vicende cliniche reali di tre pazienti del dott. Daniele Russo.

In secondo luogo, riguardo il nucleo problema che rappresenta il cuore della maledetta mela, è rappresentativo di un trauma complesso patito da numerosissime pazienti curate dal dott. Russo, Psicologo Autentico. 

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Nina non racconta mai tutto.

Ma ogni suo gesto, ogni sintomo, ogni scarto dalla norma è un grido velato che chiede ascolto.

Intorno a lei si muove il nucleo oscuro e incandescente che ha attraversato – in modi diversi ma sorprendentemente convergenti – la quasi totalità delle pazienti che il Dott. Russo ha incontrato nei suoi oltre vent’anni di attività clinica: donne giunte in terapia con quadri complessi, spesso classificati in ambito diagnostico come appartenenti all’area del disturbo borderline di personalità e/o oppure verosimilmente allineabili con un disturbo da dipendenza affettiva ma che sotto la superficie lasciavano emergere ben altro.

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Nina incarna l’invisibile.
 

Dietro il pianto improvviso e senza causa apparente.

Dietro storie relazionali con uomini distruttivi e narcisisti.
Dietro i comportamenti impulsivi e contraddittori.
Dietro il bisogno disperato di essere amate e la paura feroce dell’intimità.
Dietro l’autolesionismo sottile, silenzioso, estetizzato.
Dietro l’instabilità delle relazioni, delle emozioni, dell’identità.
Dietro la rabbia senza destinatario, la vergogna cronica, l’odio per il proprio corpo.
Dietro le notti insonni, le dissociazioni improvvise, i vuoti di memoria.

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Nina, come molte, è stata diagnosticata.

 

Ma nessuna diagnosi basta a contenere ciò che ha vissuto.

È lì che la clinica diventa racconto.

È lì che il dott. Domiziano Ruggieri – alter ego dell’autore – si confronta con un enigma che nessuna scala psicometrica può restituire:

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"come si disegna il silenzio? "

frase realmente pronunciata da S. minore di otto anni con Mutismo Selettivo (DSM 5)

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Nel Referto, Nina ha 16 anni.

È già stata ricoverata una volta, ha già smesso di parlare, ha già disegnato mele rosse per tre giorni e tre notti senza mai fermarsi.

Nel Racconto 1, la ritroviamo a 25 anni nel suo cammino per Palermo alla ricerca qualcosa che potesse placare l'ira degli dee. E nella tragedia principale, finalmente, la vediamo bambina in quel tempo sospeso in cui accade tutto e nessuno vuole sapere.

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Nina Lantieri è il cuore ferito di un’intera generazione di donne.
Non è fragile. E' solo silenziosa.
Non è malata. E' Soltanto stata dimenticata.

Nel mondo della diagnosi, Nina è un caso clinico.
Nel mondo della narrazione è una protagonista assoluta.

Ma nel mondo della realtà – la nostra, la vostra – Nina è ovunque.
E aspetta che qualcuno abbia il coraggio di ascoltare quello che non ha mai detto.

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