
“La donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò.” — Genesi 3, 6
“Allora il Signore Dio fece cadere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolto all’uomo, una donna e la condusse all’uomo.”— Genesi 2, 21-22
“La donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò.”— Genesi 3, 6
“Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Il tuo desiderio sarà verso tuo marito, ed egli dominerà su di te.” — Genesi 3, 16
Eva, la prima donna secondo la Bibbia, è una figura complessa con interpretazioni che variano da religiose a esoteriche. Sembra probabile che sia vista come madre dell'umanità e simbolo del peccato originale, ma ci sono anche visioni che la considerano una portatrice di conoscenza e saggezza, specialmente nelle tradizioni esoteriche.
Le interpretazioni sono controverse, con dibattiti su colpa, potere femminile e ruoli.
Eva nasce da una costola di un uomo e non ha voce quando viene creata, ma la ottiene quando disobbedisce. Il suo primo gesto autonomo — tendere la mano e mordere la mela — è punito con dolore, subordinazione e vergogna.
Da quel momento, ogni gesto femminile che osa sfidare l’autorità viene letto come colpa.
Eva è il primo volto della tragedia.
Nel progetto Quella Maledetta Mela – La tragedia delle donne in III atti, Eva è una figura che attraversa simbolicamente tutte le storie. Non ha un capitolo a sé: è presente ovunque, nel desiderio censurato, nella vergogna corporea, nella disobbedienza muta, nel silenzio di tutte le bambine.
🕯 LE MOLTE INTERPRETAZIONI DI EVA NELLA STORIA
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Nella teologia: la peccatrice che causa la cacciata dal paradiso.
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Nel patriarcato: l’origine della vergogna femminile, da contenere e controllare.
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Nella psicoanalisi: la prima a desiderare e ad agire, simbolo dell’inconscio che rifiuta il comando.
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Nel pensiero femminista: l’archetipo della ribelle che rompe la legge per accedere alla conoscenza.
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Nel nostro racconto: Eva è il trauma ancestrale che torna in ogni sintomo, in ogni silenzio, in ogni diagnosi mascherata.
🍎 EVA E LA MELA
La Mela non è un frutto qualsiasi.
È il simbolo della conoscenza, della sessualità, della vergogna e del potere.
Eva non morde per curiosità, ma per necessità.
Vuole sapere, capire, dare un nome al buio.
E quel gesto, eterno e rovesciato, la fa diventare la matrice di tutte le donne che hanno osato dire io voglio.
💭 CHI È EVA, OGGI?
Nell'opera, Eva è la madre mitica e dolorosa di tutte le protagoniste:
– È Nina che tace e cammina.
– È Marta che si incide il corpo per sentire di esistere.
– È Giulia che ignora il dolore della figlia e soffre per un amore perduto.
– È Lilith, la sorella parte oscura che ha rifiutato di essere creata da una costola.
Eva è nel gesto di ogni donna che ha osato pensare.
È la voce dentro ogni paziente donna che dice: “Qualcosa mi è successo, ma non so dirlo.”
È la prima che ha parlato, e per questo è stata condannata al silenzio.
🔹 PERCHÉ NON LA DIMENTICHERAI
Perché Eva è la vergogna che non le appartiene.
Perché il suo peccato era solo un desiderio di verità.
Perché ha osato.
Perché ha mangiato la mela anche per noi.
📖 QUELLA MALEDETTA MELA – La Tragedia delle Donne in III Atti
Eva non è morta
Eva è viva ed è in te e tutto attorno a te.
Anche se non la vedi.
APPROFONDIMENTI PER PALATI RAFFINATI
Eva è descritta nella Genesi come creata da Dio dalla costola di Adamo, vivendo nel Giardino dell'Eden fino al peccato originale, quando mangiò il frutto proibito, portando alla caduta dell'umanità. È spesso vista come la "madre di tutti i viventi", ma le sue interpretazioni sono molteplici.
Nella tradizione cristiana ed ebraica, Eva è associata al peccato originale, con alcune visioni che la ritengono responsabile della caduta, mentre altre la vedono come compagna di Adamo. Ad esempio, il Libro di Tobit la descrive come aiuto per Adamo.
Eva è introdotta nella Genesi (Capitoli 2-3) come creata da Dio dalla costola di Adamo, destinata a essere una compagna adatta. Insieme, vivono nel Giardino dell'Eden, con la libertà di mangiare da ogni albero tranne l'Albero della Conoscenza del Bene e del Male.
Secondo il racconto, Eva è tentata dal serpente (identificato in alcune tradizioni con Satana) e mangia il frutto proibito, convincendo Adamo a fare lo stesso. Questo atto porta alla caduta dell'umanità, con la conseguente espulsione dall'Eden e la condanna a sofferenza e mortalità.
Eva è quindi spesso associata al peccato originale, ma anche celebrata come "madre di tutti i viventi" (Genesi 3:20), sottolineando il suo ruolo nella procreazione.
Nelle tradizioni cristiane, alcune interpretazioni, come quelle di Tertulliano, vedono Eva come responsabile della caduta, descrivendo le donne come "la porta del diavolo".
Nelle tradizioni gnostiche, Eva è vista come Barbelo, Sophia o Zoe, simboli di saggezza e vita, collegata a figure come Norea.
In ambito ebraico, il Midrash Rabbah (Genesis VIII:1) interpreta la creazione come inizialmente androgina, con Adamo ed Eva separati successivamente, promuovendo l'idea di unione spirituale. Tuttavia, altri testi, come Genesis Rabbah 18:4, la descrivono in modo meno positivo, accusandola di essere litigiosa e incline al peccato.Interpretazioni Esoteriche. Le tradizioni esoteriche offrono una visione più simbolica e mistica di Eva, spesso collegandola a figure e concetti al di fuori del canone biblico.
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Gnosticismo:
Nella gnosi, Eva è elevata a simbolo del principio femminile supremo. È identificata con Barbelo, una figura divina associata alla luce e alla saggezza, e con Sophia, la personificazione della conoscenza divina. In alcuni testi, come l'Ipostasi degli Arconti e la Pistis Sophia, è equata con Zoe (Vita) e collegata a sua figlia Norea, moglie di Seth, rappresentando la ribellione contro gli arconti, esseri inferiori che governano il mondo materiale. Questa visione la dipinge come portatrice di luce e conoscenza, sfidando l'ordine imposto. -
Apocrifi Ebraici:
Testi come l'Alfabeto di Ben-Sira (VIII-X secolo) introducono Lilith come prima moglie di Adamo, creata contemporaneamente da Dio dalla stessa terra, ma che rifiuta la sottomissione e fugge, diventando una figura demoniaca. Eva è quindi la "seconda moglie", creata dalla costola di Adamo per essere più docile. Altri apocrifi, come il Libro della Vita di Adamo ed Eva e l'Apocalisse di Mosè, narrano la vita post-Eden, enfatizzando le sofferenze di Eva e il suo ruolo materno. Il deuterocanico Libro di Tobit (viii, 8) la descrive come aiuto per Adamo, rafforzando la sua funzione di compagna. -
Cabala e Tradizioni Mistiche:
Nella letteratura cabalistica, come lo Zohar e il Trattato sulla Emanazione Sinistra, Eva e Lilith sono viste come controparti. Lilith, associata a Samael (un angelo caduto), rappresenta l'aspetto oscuro e demoniaco, mentre Eva, creata dalla costola di Adamo, simboleggia l'armonia e la santità. Il Midrash ABKIR (circa X secolo) narra che durante un periodo di separazione da Eva, Adamo fu sedotto da Lilith (o da sua figlia Pizna), generando demoni, in contrasto con il ruolo materno e sacro di Eva. Questa dualità riflette temi di equilibrio tra luce e oscurità. -
Altri Contesti Esoterici:
In tradizioni moderne come il luciferianesimo, Lilith è venerata come figura di empowerment femminile, spesso contrapposta a Eva. Tuttavia, Eva è talvolta interpretata come colei che ha portato la conoscenza proibita, un atto visto come liberatorio in alcune correnti occulte.
Interpretazioni Femministe e Moderne.
Le interpretazioni moderne, specialmente femministe, offrono una rilettura di Eva che sfida le narrazioni tradizionali. Alcune vedono il suo atto di mangiare il frutto come un gesto di autonomia e desiderio di conoscenza, piuttosto che di sottomissione. In letteratura, John Milton, in Paradiso Perduto, la descrive come bella ma subordinata ad Adamo, eppure mostra tratti di indipendenza, resistendo ai comandi e cercando la propria identità. Alcune analisi letterarie suggeriscono che Eva possa essere vista come la prima figura queer, attratta dalla propria immagine riflessa, simile al mito di Narciso, trovando Adamo inizialmente deludente. Questa interpretazione, basata su Milton, la dipinge come una figura attiva e complessa, più di quanto suggerisca la tradizione biblica.
Interpretazioni Culturali e Artistiche
Eva è stata un soggetto ricorrente nell'arte e nella cultura popolare. Nell'arte occidentale, è spesso raffigurata come tentatrice o madre, ad esempio in dipinti come La Caduta dell'Uomo di Michelangelo o Adam ed Eva di Albrecht Dürer, che mostrano la sua dualità. Nella letteratura e nei media moderni, come il film Eva (1962) di Joseph Losey, è rappresentata come figura di seduzione e pericolo, riflettendo le ambiguità del suo personaggio.