

Domiziano Ruggieri è uno scrittore che unisce lo sguardo clinico all’intensità della narrazione tragica. La sua formazione attraversa la filosofia antica, la psicologia e la letteratura, con un’attenzione costante alle zone oscure dell’animo umano.
Le sue opere nascono dall’attrito tra verità e finzione, tra mito e realtà quotidiana. Non scrive per consolare, ma per aprire ferite e costringere lo sguardo a sostare nell’abisso.
Ruggieri rifiuta ogni immagine pubblica: per lui conta soltanto la parola scritta, come eredità e come corpo. Non concede illusioni di immediatezza, ma chiede al lettore di affrontare un cammino lento e doloroso, simile a quello delle tragedie antiche.
Questo romanzo segna il suo esordio, concepito come un atto teatrale e letterario insieme, dove i miti della colpa, i fantasmi della psiche e le manipolazioni del potere si fondono in un’unica scena drammatica.
Domiziano Ruggieri non scrive per tutti: scrive per chi ha il coraggio di guardarsi dentro e non distogliere lo sguardo.