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Sessualità e verità: quando il corpo non mente

  • psydr3
  • 16 lug
  • Tempo di lettura: 2 min
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In un’epoca in cui tutto si mostra, ma poco si comprende, parlare di sessualità con profondità è un atto rivoluzionario. Troppe parole svuotate, troppe diagnosi affrettate, troppi consigli da rivista patinata hanno ridotto l’esperienza sessuale – tanto individuale quanto di coppia – a una prestazione da ottimizzare o a un sintomo da zittire.

Eppure, chi entra in studio non cerca un farmaco miracoloso, né un decalogo di posizioni. Cerca qualcosa di più raro:


ascolto, comprensione, verità.


La sessualità è il luogo della nostra più radicale vulnerabilità. Quando qualcosa si spezza – desiderio che svanisce, dolore durante il rapporto, anorgasmia, eiaculazione precoce, dipendenza da pornografia, blocchi improvvisi – non è mai “solo” un fatto fisico. È il corpo che si fa portavoce di conflitti antichi, ferite non dette, narrazioni interiori che chiedono riscrittura.


In questo senso,


il sintomo sessuale non è un nemico da combattere, ma un linguaggio da interpretare. Esso parla del nostro modo di amare, di essere amati, di percepirci nel desiderio dell’altro. Rivela le immagini che ci portiamo dentro, i copioni che recitiamo senza accorgercene, le paure che ci immobilizzano proprio quando vorremmo fonderci.

Un intervento clinico serio non può limitarsi a tecnicismi. Deve entrare con rispetto nella storia di chi soffre, senza giudizio ma con rigore. Deve saper distinguere tra ciò che è una disfunzione e ciò che è un’espressione legittima di sé. Deve accompagnare – con strumenti psicologici avanzati e un pensiero libero – verso la ricostruzione di un rapporto vivo con il proprio corpo, il proprio piacere, il proprio diritto alla complessità.


Perché il piacere, in fondo, non è mai solo fisico. È la manifestazione di un’armonia interiore, di una libertà riconquistata, di un legame finalmente autentico.

Non esiste un modello unico di sessualità “normale”. Esiste invece la possibilità di ritrovare la propria verità, quando si smette di giudicarsi e si inizia a comprendersi.


Ed è lì che comincia il vero percorso terapeutico: non verso una performance, ma verso una presenza. Non verso l’adattamento, ma verso l’integrazione. Non verso la perfezione, ma verso una forma nuova di intimità – con l’altro e con se stessi.


Se senti che qualcosa, nella tua vita sessuale, non è più come prima – o non è mai stato come avresti voluto – sappi che esiste uno spazio dove le parole non sono tabù, dove il disagio non è debolezza, e dove il corpo non è un nemico, ma una via di accesso alla tua storia più profonda.

A Palermo, questo spazio esiste. E può diventare il tuo luogo di trasformazione.

 
 
 

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dott. Daniele Russo, Psicologo Clinico regolarmente iscritto

all’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana (n. 3685 sez. A - 07.06.2006)

assicurato con polizza RC professionale AUPI (n. 2020/03/2425586)

Tipo soggetto: Ditta Individuale

Tipo attività: 869030 – Attività svolta da Psicologi

Indirizzo: Largo Montalto, 5, Palermo (PA)

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